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Cultura digitale in pillole

Glossario di “cultura digitale”
Mappa concettuale

Mappa concettuale (by Veronoe, Wikipedia, Licenza CC BY-SA 3.0)

Digital divide
L’espressione fa riferimento alle disuguaglianze nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione tra diverse persone o gruppi sociali in una stessa area, tra diverse regioni di uno stesso stato, o tra stati, dovute ad una serie di fattori quali: condizioni economiche, carenza o mancanza di adeguate infrastrutture di telecomunicazione, scarsa alfabetizzazione digitale, provenienza geografica, livello di istruzione, differenze di età o di sesso, appartenenza sociale, ecc. Questo divario impone limiti che non consentono a livello globale un accesso e una equa fruizione delle risorse ed opportunità offerte dal web e dalle tecnologie digitali.

E-learning
Si tratta di una metodologia didattica che permette la fruizione e diffusione di contenuti formativi a distanza attraverso l’uso delle tecnologie multimediali e di internet, facente perno sui principi di interattività (la necessità di coinvolgere lo studente, generalmente avvalendosi del learning by doing), dinamicità (il bisogno da parte del discente di acquisire nuove competenze mirate) e modularietà (possibilità di organizzare i contenuti di un corso secondo gli obiettivi formativi e le necessità dell’utenza).
Tra le varie modalità di erogazione dell’e-learning rientrano:

  • i corsi chiusi online, forniti da un’ente di formazione o una istituzione scolastica e rivolti a studenti regolarmente iscritti, distribuiti su una piattaforma, che può essere anche parte di un corso di formazione tradizionale tenuto da un insegnante o tutor;
  • i corsi aperti online, offerti da un organismo di formazione o un istituto scolastico, per tutti coloro che intendono approfondire un argomento di interesse comune. In questo caso lo studente segue un autonomo percorso di apprendimento e verifica delle conoscenze acquisite. Un esempio in questo senso è costituito dai MOOC (acronimo per Massive Open Online Course), corsi di formazione a distanza, prevalentemente gratuiti, accessibili attraverso l’uso della rete;
  • le risorse formative organizzate in una library o una directory messe a disposizione di dipendenti o collaboratori. Gli utenti possono scegliere e utilizzare i materiali a disposizione per migliorare le proprie conoscenze. Rientrano in questa categoria i video tutorial, i webinar, le videoconferenze, i pdf formativi.

Editoria digitale
Si definisce il fenomeno legato all’evoluzione del mondo dell’editoria in cui l’intero iter editoriale e la creazione, fruizione ed accesso ai contenuti sono completamente attuati attraverso le tecnologie digitali e telematiche. Tra le varie forme di editoria digitale si possono ad esempio annoverare e-book, wiki, blog e periodici online.

Giornalismo partecipativo
È l’espressione (in inglese citizen journalism) con cui si indica la forma di giornalismo che vede, grazie alla natura interattiva dei nuovi media, la “partecipazione attiva” dei lettori, che si trasformano da consumatori passivi a protagonisti del processo informativo, e si caratterizza per l’immediatezza, la rapidità e la capacità di catturare significativi momenti e aspetti della realtà legati soprattutto alla sfera “locale” dell’informazione.

Nativi e immigrati digitali
Espressioni coniate per la prima volta dallo scrittore statunitense Marc Prensky, consulente e innovatore nel campo dell’educazione e dell’apprendimento, in un saggio intitolato Digital natives, digital immigrants [ITA].
Secondo Prensky, la figura del “nativo digitale” si è sviluppata con la diffusione delle nuove tecnologie informatiche e di comunicazione ed è rappresentata dalle giovani generazioni nate dopo il 1980 (con le dovute differenze dovute all’ambiente di provenienza), che considerano le tecnologie come un elemento “naturale”, con il quale è facile rapportarsi ed interagire; l’espressione “immigrato digitale” si applica invece ad una persona che è cresciuta prima delle tecnologie multimediali e le ha adottate successivamente, manifestando, almeno inizialmente, un senso di inadeguatezza e poca dimestichezza nel loro utilizzo.

Open access
È un movimento nato nell’ambito del mondo accademico che mira a favorire la condivisione e la fruizione della conoscenza scientifica attraverso il libero accesso ai risultati della ricerca (articoli scientifici pubblicati in riviste accademiche o atti di conferenze, ma anche capitoli di libri, monografie, o dati sperimentali), senza tutte le restrizioni in materia di accesso e di molte restrizioni d’uso previste dalle licenze tradizionali.

Open content
Identifica qualsiasi tipo di lavoro creativo, o contenuto, pubblicato sotto una licenza libera che permette esplicitamente la copia e la modifica da parte di qualcun altro con l’intento di favorire la condivisione e circolazione di contenuti digitali.
Un esempio sono le licenze creative commons che rappresentano una via di mezzo tra copyright completo (full-copyright) e pubblico dominio (public domain). La filosofia su cui si fonda lo strumento giuridico delle licenze CC si basa sul principio “some rights reserved” (“alcuni diritti riservati”): è lo stesso autore a decidere quali diritti riservarsi e quali concedere liberamente.

Social media
Termine con il quale si indicano tutte quelle tecnologie e pratiche online che permettono la creazione, la condivisione e lo scambio di contenuti (testuali, immagini, video e audio) generati dagli utenti (user generated content) all’interno di comunità e reti virtuali. I social media, per la loro versatilità e l’elevato grado di interazione e partecipazione sociale che li contraddistingue, hanno introdotto modifiche sostanziali nelle dinamiche di comunicazione tra individui, comunità, imprese e organizzazioni.
Ad oggi si possono distinguere sei tipi di social media: blog e microblog (es. Twitter), siti di social networking (es. Facebook), mondi virtuali di gioco (es. World of Warcraft), mondi virtuali sociali (es. SecondLife), progetti collaborativi (es. Wikipedia), community che condividono materiale multimediale (es. Youtube).

Web 2.0
Espressione coniata nel 1999 con la quale si indica un’evoluzione del World Wide Web che al contrario del cosiddetto web 1.0, diffuso fino agli anni novanta e composto prevalentemente da siti web statici, che non prevedono alcuna interazione con l’utente, si basa sulla partecipazione attiva degli utenti e la condivisione dei contenuti.

L’immagine di copertina è stata realizzata utilizzando la seguente foto:
Typewriter Keys by Kristin Nador (Flickr)

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